All’interno della chiesa di san Marco si trova la cappella Salviati che ospita le spoglie di sant’Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dove nacque nel 1389.
Sant’Antonino svolse il noviziato a Cortona ma poi si rifugiò in Umbria a seguito degli accadimenti relativi allo scisma pisano nel 1409. Fu poi nominato vicario a Foligno, nel 1414. Dopo aver sostato a Napoli e poi a Roma, nel 1439 fu eletto priore di san Marco a Firenze. Fece ampliare in stile rinascimentale il monastero, dotandolo della prima biblioteca pubblica d’Europa e commissionando al Beato Angelico gli affreschi. Fu ordinato vescovo nel 1446 ma il suo stile di vita rimase semplice e puro, continuando a vivere in povertà e dedicandosi assiduamente alla preghiera.
Divenne un grande confessore e uomo di spirito. Scrisse l’ “Opera a ben vivere”, un compendio dei suoi insegnamenti morali. Svolse una forte attività caritatevole e lottava contro le ingiustizie. Grazie a un’eccellente preparazione in diritto e al grande senso di giustizia, diventò consulente di commercianti e banchieri in tutta Italia. Morì dopo una lunga agonia nel 1459 e fu canonizzato da Adriano VI nel 1522.
[dal sito dominicanes.it] Antonio, figlio del notaio Niccolo Pierozzi, detto comunemente Antonino a causa della minuta complessione, nacque a Firenze nel 1389. Sedicenne fu accolto tra i Frati Predicatori a S. Maria Novella dal B. Giovani Dominici (+1419), discepolo di S. Caterina da Siena (+1380) e maestro della riforma domenicana.
Nel 1405 fu inviato a fare il noviziato a Cortona sotto la direzione del B. Lorenzo da Ripafratta (+1457), in attesa della fondazione, a Fiesole, del primo convento d’osservanza. Fu qui che nel 1407 s’incontrò con il B. Angelico (+1455). In seguito però ai rivolgimenti dello scisma pisano (1409) si rifugiò nell’Umbria, dove era riconosciuta l’autorità di Gregorio XII. Fino alla elezione di Martino V nel concilio di Costanza, egli sostò a Cortona, dove fu ordinato sacerdote nel 1413, e a Foligno dove fu nominato vicario l’anno successivo.
Mentre i suoi confratelli ritornavano a Fiesole, l’umile Antonio fu trattenuto come priore a Cortona nel 1418, a Fiesole nel 1421, nel convento riformato di S. Pietro Martire a Napoli nel 1424 e in quello della Minerva a Roma nel 1430. Continua a leggere su: dominicanes.it
LA VIRTU’ DELLA STUDIOSITAS NELLA SUMMA MORALIS
E NELLA VITA DI S. ANTONINO PIEROZZI OP
FR. LUCIANO SANTARELLI, O.P.
“A sinistra nella navata si accede alla Cappella Salviati o di Sant’Antonino, dove sono conservate le spoglie del santo e arcivescovo fiorentino. La cappella fu progettata alla fine del XVI secolo come ambiente a parte, dotato di un accesso privato dall’esterno e diversa dalla chiesa sia in pianta che in alzato.
Venne iniziata dalla cripta, dove sono sepolti i membri della famiglia Salviati, presumibilmente nel 1580, come riporta un cartiglio sulla parete.
La cappella superiore, con le spoglie del santo sotto l’altare, fu progettata dal Giambologna e decorata in larga parte da Alessandro Allori. A quest’ultimo si deve la decorazione a grisaille (completata nel 1588) e la pala d’altare con la Discesa al Limbo (commissionata prima del 1584). Le tavole laterali sono coeve e rappresentano Gesù che guarisce il lebbroso (a sinistra, del Poppi) e la Vocazione di San Matteo (a destra, di Giovanni Battista Naldini).
I bassorilievi in bronzo sono del Giambologna e collaboratori, e raffigurano Episodi della vita di sant’Antonino (1581-1587).
Nel vestibolo della cappella due grandi affreschi del Passignano decorano le pareti: la Traslazione e la Ricognizione del corpo di Sant’Antonino.” [Wikipedia]
Basilica San Marco – Frati Domenicani – Via Cavour, 56 Firenze
Email: sanmarco@dominicanes.it
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